Il 23 aprile è stata presentata Minerva, l’AI tutta italiana.
È il momento della riflessione?
È trascorso circa un mese da questo interessantissimo annuncio . Abbiamo visto informazioni ed il team NLP, dell’università “La Sapienza” di Roma, a messo a disposizione tutto il materiale tecnico. Ha lavorato in 2 tempi condividendo inizialmente dati e modelli al mondo della ricerca, oggi è possibile accedere un po’ a tutto per chiunque.
Il tempo è maturo per passare dall’effetto wow, ad una osservazione e riflessione più ponderata.
Perché una AI tutta Italiana?
La è stata posta da diversi. La prima risposta è cristallina: una AI creata da zero sulla lingua italiana è come avere un traduttore madrelingua italiano. L’argomentazione è vera anche per questo campo della tecnica.
Ma dobbiamo spingerci oltre. L’AI ha costi enormi anche se il team è veramente piccolo: 6 persone, di cui 2 sono i veri lavoratori.
Qui già c’è un primo importante elemento di differenza (e riflessione): Minerva nasce da investimenti pubblici (il CNR, con il CINECA, con l’Università e con fondi PNRR). I grandi player mondiali, come OpenAI e Mistral, sono operatori privati. Probabilmente c’è una debolezza (strutturale o di dimensioni) del tessuto industriale italiano o povertà di capitali disponibili o concessi a questo settore. In questo scenario un intervento pubblico potrebbe essere particolarmente utile in quanto diventa una iniezione energetica nell’industria e nel know how del paese e dell’Europa.
Zampino UE “AI act”?
La questione è posta in modo generico, ma il materiale Minerva è molto preciso.
Partiamo dalla prima considerazione che l’AI act ed il rilascio di Minerva sono sostanzialmente coevi. Inoltre l’AI act è molto corposo (circa 800 pagine), impegnativo nella corretta interpretazione e molto laborioso nell’applicazione.
Dobbiamo prendere atto di un alto livello di trasparenza di Minerva a partire del repositori dei modelli, disponibili su Hugging Face, dai dati ingegneristici (pertanto tutto replicabile, per chi può permettersi un supercomputer come Leonardo) e, soprattutto, i testi impiegati.
A differenza di altre esperienze che hanno pescato a strascico, come è stato con la creazione dei modelli ChatGPT, con dati di qualità varia e con grandi problemi di privacy, o con esperienze che hanno secretato tutto, come i modelli rilasciati dalla francese Mistral di cui, ancora a oggi, non si sa come e con che dati sono stati creati, Minerva brilla per la trasparenza ed un radicale compliance dei dati con l’AI act. Ma la bontà di questo tratto non si esaurisce con la compliance legale. Infatti l’LLM ottenuto (più correttamente i 3 modelli disponibili nel momento in cui scrivo) derivano da testi pubblici di qualità. Il che significa che Minerva ha conoscenze esatte, non approssimate, che le strutture linguistiche assimilate sono di qualità e non pattern gergali o equivoci.
La complince con l’AI act conferma l’applicabilità del regolamento, offre modelli di alta qualità già sul nascere e sulle prime release.
Benefici per l’Italia?
Un primissima considerazione va a favore dell’eccellenza mostrata dal team. Una seconda spontanea considerazione va alla persistenza e permanenza in casa di questo primo risultato di indiscutibile alta qualità.
Credo che subito dopo il riconoscimento di pregio, che resta sostanzialmente relegato tra gli accademici e gli esperti del settore, va guardata con interesse la politica open source applicata in modo strutturale. Questo permette ai ricercatori la piena replicabilità, ma soprattutto il perfezionamento, l’avanzamento , l’integrazione e quelle tanto agognate mete di modelli SLM (Small Language Model).
Va aggiunto l’interessante beneficio di offrire modelli pronti all’uso per applicazioni sviluppate-gestite da aziende italiane. È del tutto realistico immaginare che il software di ERP italiano possa essere integrato con Minerva in tempi brevi. Anche le compagni di comunicazione, magari quelle locali, in tempi brevi e con contenuti investimenti, possano adottare i modelli Minerva per servizi ai clienti basiti sul linguaggio naturale. Gli esempi possono continuare creando un elenco veramente lungo. Quindi i benefici per il lavoro vero sono realmente dietro l’angolo.
Conclusione
Minerva decisamente mostra molti punti di merito, oltre al suo alto valore intrinseco. Ma sono ancora potenziali: serve qualche investire o azienda visionario che investa e utilizzi nel campo applicato questa AI.
Tutto fa pensare, invece, che nel campo di ricerca e dello studio ora c’è veramente tutto per poter diffondere la conoscenza e farla crescere. D’altra parte il mondo della ricerca italiana da anni eccelle in diverse specialità di questo settore.
La notorietà, la ribalta della scena, invece, sono altro argomento. Sono territorio della comunicazione d’impatto e d’effetto dove molte eccellenze nostrane faticano ad essere presenti e competitive con le voci dei concorrenti.